Tango’s Gedanke
BossoConcept
APRICA
Sala dei Congressi
Giovedì 11 agosto ore 21
- Ivana Zecca clarinetto
- Davide Vendramin fisarmonica/bandoneón
- Jorge A. Bosso violoncello
- Paolo Badiini contrabbasso
- Loredana Sartori y Roberto Angelica ballerini
Da dove iniziare a parlare del Tango? Dalla sua storia? Dalla sua mitologia, dalle sue leggende? Il percorso è lungo, a volte tortuoso, e come tutto ciò che è inerente all’essere umano, si fa intravedere e ci appare spesso come una geometria piena di vicoli che a sua volta ci trascinano per le strade e quelle strade per altre ancora.
Così, si potrebbe dire quasi ad infinitum. Come quel parto dell’immaginazione, come quel sogno, come quell’idea della quale ci parlava uno scrittore italiano. Quindi?
Da dove? Da dove accingersi a parlare del Tango? Partiamo da sotto.
Partiamo dal basso. Partiamo da quel punto in cui non ci sia possibile fantasticare altro fondamento metafisico assoluto. Sì, partiamo dal fondo abissale e dionisiaco della sua esistenza.
Aprica
La prima notizia sulla località è la presenza di uno xenodochio, alloggio per viandanti, intorno all’anno 1000. Per secoli mantiene il ruolo di via di transito per gli eserciti, sotto la dominazione francese, grigione e austriaca. Intorno alla metà del XIX secolo, il governo austriaco s’impegna nella costruzione di una nuova strada per il collegamento con Sondrio. In seguito si apre la via dello sviluppo turistico e in breve diventa rinomata meta di villeggiatura della Valtellina.